16 Luglio 2018 - Deliberazione di iniziativa consiliare 2018-03006
Giochi olimpici e paralimpici 2026.
Piero Fassino
Sì, ma io credo che bisogna andare, diciamo, alla sostanza delle cose e la sostanza delle cose è capire, ma le Olimpiadi le volete o no? Perché poi, alla fin fine, questa è la questione. Noi arriviamo oggi a questo dibattito, dopo che sappiamo tutti, perché è stato pubblico, che dentro il Movimento 5 Stelle è maturato, via via in modo sempre più forte, un'avversità alle Olimpiadi e vi state arrampicando sugli specchi perché a questo punto è chiaro che dire no alle Olimpiadi significa dire no a una città che è orgogliosa delle Olimpiadi 2006, Carretto; non c'è nessuno a Torino che pensa che nel 2006 sono stati fatti gli errori che lei evoca, e che non è stato in grado di spiegare, e di indicare. Benissimo, perchè la di là di dire che ci sono stati degli errori, non ci ha detto quali, ma in ogni caso questa è una città che è orgogliosa.
Io vi invito ad andare fuori di qui e andare a dire ai torinesi: "Abbiamo sbagliato a fare Olimpiadi" e vediamo quale consenso raccoglierete, ma andiamo! Se c'è una cosa di cui questa città è orgogliosa è esattamente l'Olimpiade, tanto è vero che si vive - una parte della città vive ancora, no - della rendita di posizione che derivò dal successo Olimpiadi, dall'immagine che la Città fu in grado di proporre e da tutto quello che intorno alle Olimpiadi si è, da allora in poi, mosso. Quindi, il problema vero è decidere se le volete o non le volete; non le volete, è meglio dire che non le vogliamo, perché non c'è nulla di peggio che presentare una candidatura sperando di non averla, perché è il modo sicuro per non averla.
Se ci si candida, ci si candida con determinazione, con passione, con entusiasmo, mettendo tutte le forze in campo, come sta facendo Milano, come sta facendo Cortina d'Ampezzo, mentre tutto questo a Torino non sta avvenendo e voi, per mascherare questa vostra avversità, vi costruite dei presupposti fasulli, e uso fasulli per non dire falsi, ma in realtà falsi. Allora, primo presupposto fasullo e falso; Consigliere Carretto, io l'ho ascoltata, se ha il gusto, se ha il buongusto anche di ascoltare…, a lei non importa, pensi a me di ascoltare lei, e soltanto la cortesia mi ha tenuto qui ad ascoltarla, appunto, visto che a lei non interessa, mi rivolgo agli altri Consiglieri di questo Consiglio Comunale.
I presupposti sono presupposti falsi. Il primo presupposto, e l'ho già detto, è che il 2006 sia stato una somma di errori, perché se voi oggi potete ipotizzare di fare delle Olimpiadi con minori oneri, minori costi, più sostenibili, è grazie al fatto che tutta una serie di investimenti che - senza i quali nessuna Olimpiade si organizzerebbe - sono già stati fatti perché PalaIsozaki c'è, perché lo l'Oval c'è, perché è stato ristrutturato lo Stadio Olimpico, perché la piscina olimpionica c'è, e via di questo passo, e quindi si può ipotizzare, oggi, di fare un'Olimpiade che non ha più bisogno di fare investimenti infrastrutturali, perché una serie di infrastrutture ci sono, ci sono, e quindi non è vero che nel 2006 si sono buttati i soldi nella fornace.
Nel 2006 si sono fatti investimenti che sono andati a beneficio della città, aldilà degli stessi Giochi Olimpici: penso alla Metropolitana, tanto per fare un esempio - e spero che nessuno vorrà spiegare ai torinesi che era meglio non farla - e oggi una serie di infrastrutture consentirebbero di fare, appunto, delle Olimpiadi con minori oneri di quanto abbia comportato nel 2006, ma in conseguenza di quello che si è fatto nel 2006, non a dispetto di quello che si è fatto nel 2006. Secondo presupposto fasullo: il CONI, ma guardate che non è il CONI che decide che città farà le Olimpiadi è il CIO, è il Comitato Internazionale Olimpico a cui verranno presentate le candidature di città, di tutti i Paesi che ritengono di farlo.
Il CONI nel momento in cui vi indica una serie di criteri, sono i criteri con cui il CIO assegna la candidatura, non è che il CONI si inventa i criteri di assegnazione o li cambia sulla base del fatto che il Consiglio Comunale gli chiede di cambiarli, perché sono i criteri con cui il CIO assegna, e le città che presenteranno la candidatura, tutte, italiane e non italiane, se vogliono avere la candidatura, ottenerla, devono tenere conto di quelli che sono i criteri sulla base dei quali il CIO esamina le candidature e le assegna e quindi anche questo presupposto non esiste. Terzo: se il CONI vuole decidere per noi. No, il CONI dice: "Torino vuole candidarsi? Si candidi, ci dica come vuole fare le Olimpiadi", ed è una scelta di questo Consiglio Comunale come farla. Quei punti che sono stati indicati, e che noi abbiamo ripreso anche nel nostro, nel nostro atto, sono le scelte che la Città intende fare per realizzare le Olimpiadi. Il CONI non ti dice se va bene o se va male, è una nostra responsabilità. Dobbiamo solo renderci conto noi, nel momento in cui indichiamo una serie di criteri - e non userei la parola condizioni, criteri - in che misura questi criteri rientrano dentro i parametri sulla base dei quali il CIO poi assegna le candidature, perché se noi proponiamo delle Olimpiadi che sono fondate su criteri del tutto estranei o addirittura opposti a quelli che sono i criteri con cui il Comitato Olimpico Internazionale assegna la candidatura, è evidente che la candidatura non si ottiene, quindi il problema è sapere che vivi in questo mondo e devi sapere, appunto.
Altro presupposto falso, detto e non detto, ma più volte ricorrente in questi mesi: i grandi eventi in realtà appartengono ad un'altra stagione del mondo. Beh, vi vorrei soltanto segnalare che cosa ha rappresentato l'Expo come elemento di traino e di rilancio di Milano, che da quel momento ha ritrovato uno smalto che negli anni precedenti non aveva. Vorrei solo ricordarvi che cosa rappresentano i Giochi Olimpici, penso a quelli di Londra di qualche anno fa, penso a quelli in Cina, e come i Paesi fanno di questi eventi un grande momento di, non solo proposizione della propria immagine, ma per investimenti e per innalzare la qualità infrastrutturale, non soltanto infrastrutturale, del proprio Paese. Penso a Torino, perché sarà stato, come dice Carretto, tutto un errore, però Torino ha beneficiato moltissimo del 2006, tanto è vero che in tutte le analisi di chiunque, non solo italiano, ma anche in altre parti del mondo, tutte le analisi che si fanno, su come la città ha cambiato pelle, ha cambiato identità, il passaggio alle Olimpiadi viene indicato come uno dei passaggi cruciali, Allora, per questo io dico, alla fine, avete un dovere di onestà intellettuale verso la Città e verso tutti. Se li volete, allora bisogna dirlo, dirlo in modo chiaro; quando noi diciamo "incondizionatamente", vuol dire questo, dirlo in modo chiaro dire: " Noi vogliamo le Olimpiadi e faremo di tutto per averle".
Se invece dite: "Noi le vogliamo, ma sia ben chiaro che non se non si fa questo, e questo, e questo, non le vogliamo", è meglio dire: "Non le vogliamo", perché non bisogna prendersi in giro. E peraltro, se è una candidatura vuole essere vincente ha bisogno tra le sue condizioni, visto che vi piace questa parola, di creare intorno alla candidatura un consenso nella città; un consenso di tutte le forze politiche, un consenso di tutti gli operatori economici, un consenso della società civile, perché così nel 2006 si conquistò la candidatura. Questo voi non l'avete fatto, perché non cercate un consenso neanche tra le forze politiche di questa città, come vi ha ricordato Lo Russo. Chiunque vi dica che vuole le Olimpiadi, lo guardate con diffidenza e lo snobbate, addirittura irridete i volontari. Attenzione, perché non creare consenso intorno a una candidatura è il modo per renderla debole e quindi con minori possibilità di vittoria. Guardate, il consenso che si è realizzato intorno alla candidatura a Milano. Guardate come si sta muovendo intorno alla candidatura di Cortina tutta la società veneta, pare che questo…, infine, veda, io mi rivolgo al Sindaco. Guardi Signor Sindaco, lei ha un'occasione: il suo consenso nella città, credo si possa dire, vacilla, certamente non è quello di due anni fa. In questi due anni, nonostante i proclami, voi non siete stati in grado di esprimere una progettualità innovativa su nessun fronte e in nessun caso. Le Olimpiadi sono l'occasione per uscire da questa stretta, da questo angolo. Glielo dico, guardi, contro il mio interesse perché io potrei essere anche interessato a vedervi implodere sempre di più, ma siccome rischia di implodere la città, e io voglio bene alla mia città, attenzione, perché non basterà poi accusare il CONI, non basta poi invocare il complotto di tutti contro la Giunta di Torino.
Se Torino perde questa occasione la città ne farà carico a lei e non ci sarà nessun modo da parte sua per sottrarsi a questa responsabilità. Quindi, io credo che si debba avere, davvero, da parte di tutti, un sussulto di responsabilità; noi lo abbiamo dimostrato e lo dimostriamo, siamo pronti a votare una delibera chiedendo, ovviamente, che possa essere condivisa e gli emendamenti che abbiamo proposto sono il modo con cui vogliamo arrivare ad un accordo in ragione tale che il CONI sappia che c'è un pronunciamento unitario e unanime di questo Consiglio Comunale in rappresentanza di tutta la Città, questa la posta in gioco. Sta a voi cogliere questa disponibilità e fare in modo di non pregiudicare la candidatura di Torino per le Olimpiadi 2026. Grazie.