RESTITUIRE DIGNITÀ AL LAVORO
Ancora una tragedia sul lavoro. A Suviana, in una stazione di pompaggio dell'Enel letteralmente esplosa, lasciando sul campo i corpi senza vita di sette tecnici e operai. Saranno le indagini e gli accertamenti - che devono essere rapidi e scrupolosi - a rivelare le cause di questa ennesima tragedia. Ma di fronte a quelle vittime abbiamo il dovere di non farci scudo della sola fatalità.
Più di 1000 lavoratrici e lavoratori ogni anno muoiono in Italia sul posto di lavoro. I morti di Suviana, come i morti della Thyssen, di Brandizzo, di Firenze e di troppi incidenti luttuosi impongono un colpo di reni, un sussulto di iniziativa a tutela di chi lavora. Servono controlli più efficaci sul rispetto delle norme e sui dispositivi di sicurezza. Servono norme trasparenti su appalti e subappalti. Serve una costante attività di formazione che consenta a ogni lavoratore di esercitare il proprio lavoro in modo sicuro.
Tutto questo è necessario, ma soprattutto è indispensabile restituire valore al lavoro.
Il lavoro è non solo il mezzo con cui ogni persona procura di che vivere per sé e per la propria famiglia. Nel lavoro si esprima la creatività, l'intelligenza, il saper fare di ciascuno di noi. Il lavoro forgia l'identità di una persona. E proprio per questo il lavoro deve essere riconosciuto nella sua dignità. E un lavoro è degno quando non mette a rischio la vita. Un lavoro è degno quando è professionalmente riconosciuto. Un lavoro è degno quando è adeguatamente retribuito e contrattualmente tutelato.
Sappiamo tutti che per molti lavori non è così e negli anni si sono allargate le condizioni di precarietà, di insicurezza, di sottoretribuzione.
Serve un radicale cambio di passo. E serve oggi.
 

Piero Fassino
13 aprile 2024