DA MADRID UN SEGNALE ALL'INTERA EUROPA
L'onda sovranista si è infranta sugli scogli della democrazia spagnola. Gli estremisti nostalgici del franchismo di Vox - che puntavano a essere determinanti per dare alla Spagna un governo di destra - perdono il 40% dei loro seggi. Il Partito Popolare diventa il primo partito in Parlamento, ma lontano da quella maggioranza con cui puntava a scalzare i socialisti dalla guida sella Spagna. Viceversa i socialisti di Sanchez crescono in voti e seggi. Il raggruppamento di sinistra Sumar conferma il consenso raccolto nelle scorse elezioni da Podemos. E si confermano radicati nei loro territori i partiti regionalisti - in primo luogo catalani e baschi, da sempre avversati dalla destra - che divengono arbitri della formazione di una maggioranza di governo.
Il voto fotografa una Spagna polarizzata su due fronti contrapposti, ma lancia un segnale importante non solo per la penisola iberica, ma per l'intera Europa.
Tra dieci mesi si voterà per il Parlamento Europeo, in una consultazione elettorale decisiva per i destini del continente. E prima di allora altri due voti nazionali importanti, in Olanda e in Polonia.
La destra sovranista europea - guidata dalla Meloni - punta a crescere e a diventare determinante per gli equilibri del continente. E tra le forze di centro vi è chi coltiva l'obiettivo di un'alleanza con la destra estrema per scardinare l'intesa tra popolari, socialisti, liberali e verdi su cui si regge oggi l'Unione europea. Significativo il dibattito nella CDU tedesca - il partito leader del PPE - diviso tra chi vorrebbe confermare quell'intesa e chi punta a rovesciarla, perfino prefigurando intese con i neo nazisti di AFD.
Da Madrid viene dunque un segnale per Bruxelles. Il vento di destra può essere fermato e chiama tutte le forze politiche che credono in un'Europa unita a scelte coerenti che non compromettano tutto ciò che è stato costruito in settanta anni di integrazione europea.
E da Madrid viene un segnale anche per Roma. Non sta scritto che la bandiera dell'Europa debba essere il sovranismo. Il sostegno ripetuto e esplicito di Giorgia Meloni agli estremisti di Vox subisce uno scacco. E dovrebbe far riflettere sul fatto che nulla di buono può venire all'Italia dallo schierarsi con i sovranisti ungheresi, polacchi o spagnoli. Un segnale che chiama i democratici e i progressisti a unirsi e raccogliere il consenso di chi vuole vivere in un'Italia e in un'Europa libere, giuste, aperte.
 

Piero Fassino
24 luglio 2023